Caos manodopera nelle campagne ferraresi
“Mi sono rivolta a Cia per avere un elenco di nominativi di persone disponibili a raccogliere la frutta, ho fatto molte chiamate e anche un appello su Facebook. Purtroppo le risposte non sono state quelle che speravo e a malincuore dico che la delusione più grande l’ho avuta proprio dagli italiani” – racconta la titolare di un’azienda agricola a Tresignana, una delle tante che sta cercando manodopera per la campagna pericola.
Secondo Cia-Agricoltori Italiani Ferrara gli imprenditori agricoli del territorio stanno incontrando serie difficoltà a reperire lavoratori per le raccolte stagionali, con un duplice danno per le aziende: quello di non poter seguire le corrette tempistiche di raccolta e quindi garantire il prodotto a commercianti e Op nei tempi stabiliti e di dover sostenere costi aggiuntivi per assunzione di manodopera, che magari rimane solo per poche ore.
“Mi è capitato – continua l’imprenditrice – di assumere persone che non si sono mai presentate al lavoro perché improvvisamente avevano trovato un’occupazione migliore, altre che hanno deciso di non accettare perché non volevano fare due chilometri in bicicletta per raggiungere l’azienda e poi qualcuno che dopo mezza giornata ha deciso che lavorare nel frutteto era “troppo duro”. Capisco che raccogliere le pere richieda uno sforzo fisico, ma con le attuali modalità di raccolta i pesi da spostare sono minimi e la fatica molto inferiore rispetto a qualche anno fa. Con questo sistema è difficile avere stabilità di manodopera per garantire il prodotto al mercato nei tempi necessari, per non parlare del fatto che gli oneri delle assunzioni devono essere pagati anche se il lavoratore non si presenta.”
Cia Ferrara sottolinea che dopo l’eliminazione di forme di pagamento più snelle e veloci come i voucher, per i lavoratori stagionali serve, infatti, un contratto di assunzione valido per un determinato periodo di tempo, in base alle esigenze dell’azienda agricola. Se però il lavoratore sceglie di interromperlo prima del tempo, deve essere pagato un costo di cessazione all’INPS – vengono accattati solo cancellazioni entro le 24 ore dall’assunzione – e si deve fare comunque una busta paga anche se a “zero ore”. Nelle ultime settimane i tecnici dell’associazione hanno aperto e chiuso prima del tempo oltre settanta contratti di assunzione.
“Attualmente – conclude l’associata di Cia Ferrara – il mio è un gruppo totalmente multietnico: un ragazzo italiano, ragazze rumene che abitano stabilmente in Italia o sono riuscite ad arrivare prima della nuova chiusura del loro paese, due ragazzi del Gambia e un albanese. E sono contenta perché sono ottimi lavoratori e posso finalmente contare su un gruppo stabile e affidabile. Quando ho fatto l’appello sui social per reperire manodopera ho dato la priorità a persone in difficoltà rimaste senza lavoro, magari a causa del Covid. Ma, purtroppo, sono rimasta delusa perché piuttosto che venire a raccogliere la frutta – e le tariffe pagate sono assolutamente corrette – hanno preferito continuare a percepire il sussidio. Le aziende agricole ferraresi offrono lavoro in maniera dignitosa, siamo lontanissimi da forme di sfruttamento, quindi per me è inconcepibile scegliere di non lavorare per vivere”.