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Fare il gioco di squadra, adesso più che mai

Cristiano Fini

Cristiano Fini, presidente Cia Agricoltori Italiani Emilia Romagna

L’emergenza Coronavirus sta avendo, purtroppo, dei risvolti drammatici. Il nostro pensiero, innanzitutto, deve andare alle migliaia di persone decedute nel nostro Paese, e a tutti i pazienti ricoverati in terapia intensiva negli ospedali emiliano romagnoli.

Speriamo che l’incubo Covid-19 finisca quanto prima e che tutte le persone contagiate possano guarire e tornare al più presto alla loro vita quotidiana: queste sono, senza ombra di dubbio, le priorità per Cia Agricoltori Italiani, perché di fronte a questa immane tragedia la priorità per un’importante organizzazione come la nostra deve essere la vita umana. Le stesse vite che noi come associazione dobbiamo proteggere, ed è per questo che abbiamo deciso di ridurre al massimo l’operatività degli uffici dislocati su tutto il territorio emiliano romagnolo, seppur garantendo i servizi essenziali: per tutelare la salute degli agricoltori, dei cittadini e dei funzionari. Permettetemi però di fare anche un plauso, a tutti gli operatori sanitari degli ospedali ed i volontari, per tutto ciò che stanno facendo per noi, fino allo sfinimento.

Qualora ve ne fosse il bisogno, Cia sottolinea l’importanza della Sanità pubblica, universale, quale aspetto imprescindibile della salute del cittadino. Poi vengono le problematiche della vita quotidiana, fatta di rinunce, che però sono indispensabili per evitare la diffusione del virus; senza se e senza ma, abbiamo il dovere verso noi stessi e verso chi ci sta al fianco, di attenerci alle regole, sapendo che prima o poi questo incubo finirà e potremo tornare alla vita di prima. E nel panorama delle attività quotidiane, l’emergenza più evidente tocca l’intero sistema economico nazionale, che paga (e purtroppo pagherà) un conto estremamente salato.

Se è vero, com’è vero, che l’agricoltura continua il proprio ciclo, le attività nei campi e in stalla proseguono, è altrettanto vero che abbiamo già alcuni comparti in grave crisi economico-finanziaria: primi fra tutti gli agriturismi, costretti alla chiusura temporanea della propria attività e registrando parecchie disdette nei mesi a venire. Poi il settore florovivaistico che normalmente vende l’80% di piante e fiori tra il mese di marzo e quello di maggio si vede costretto a chiudere i battenti proprio ora, col rischio di dover eliminare la produzione. Inoltre, in entrambi i casi, registriamo una notevole perdita di posti di lavoro. Allo stesso tempo, con l’avvio della raccolta e l’intensificarsi dei lavori nei campi, paradossalmente potrebbe essere la reperibilità di manodopera il problema principale da affrontare per le imprese agricole. Infatti, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi avremo bisogno di forza lavoro per piantare, diradare e raccogliere: sono quegli operatori stagionali, nella maggior parte dei casi stranieri, che oggi non possono o non vogliono venire in Italia a causa della pandemia.

Perciò l’appello che rivolgiamo alle istituzioni è quello di snellire le procedure burocratiche di assunzione e introdurre maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro tra aziende e dipendenti, per agevolare gli agricoltori nel reperire manodopera.

Concludo sottolineando l’importanza del settore primario nella produzione e fornitura di alimenti in un momento così difficile per la nostra nazione e, quindi, per sostenere le imprese agricole dobbiamo acquistare prodotti italiani mentre le aziende di trasformazione e distribuzione devono dare la priorità ai prodotti ‘made in Italy’: mai come ora il gioco di squadra può sostenere l’economia nazionale ed offrire un’azione di rilancio dell’agroalimentare italiano.

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